Gabriele Poli
Cara Lorena, non mi riconosco più nella biografia, che ti ho mandato quattro mesi fa per la vostra antologia. Possiedo una cava di endecasillabi naturali, tre più due mila versi, che un mese fa ho cominciato a estrapolare per dare senso a dipinti moderni, raccolti in strisce, interpretanti il nostro esistere oggi. Con l’aiuto dei dipinti capisco me stessa e gli altri. Mi accompagna nella recita Walid Hussein, un percussionista islamico, le strisce sono distribuite e la gente le guarda mentre leggo.
Continuano a annegare disperati
con le donne e i bambini attraversando
su barconi ammucchiati il nostro mare
con acqua insufficiente senza cibo.
Evitare le guerre e le vendette
ma non perdere rami foglie fiori
lasciandoli strappare senza fiato.
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