A quarant’anni dalla morte
Martin Luther King – 1968 - Robert Kennedy
Son morti un negro e un bianco nell'America
che parlavano agli uomini: sparati.
Vanno giù le montagne, s'alza il mare;
l'impediscono i monti ricchi d'alberi.
Tutti su Washington con i carri e i muli
per non piangere più se stessi negri.
Sotto le tende senza igiene e svaghi
aspettare per ore e giorni e mesi.
Hanno arrestato i negri della pace,
sotto le tende, che cantavan inni.
In più di mille coi fucili e i gas
contro centocinquanta disarmati.
Con i piedi di porco e con i bulldozer
distruggono le tende della pace.
E i muli con i carri lungo il fiume
vagano senza fieno e senza paglia.
Son scoppiati gli incendi della rabbia,
i saccheggi dell'ira, le violenze.
E con il coprifuoco cinquemila
soldati sono a Washington di guardia.
Il reverendo Abernathy in prigione
ha chiesto ai preti delle chiese aiuto,
per la scuola e la pace dei suoi negri
e gli altri derelitti della terra.
Sciopero della fame fa d'Abernathy
chiuso in prigione con trecento negri.
Nella piccola cella senza cibo
vuole restare per diciotto giorni.
Rifiutano il denaro di cauzione
i negri della pace chiusi in carcere.
Per sedizione li hanno condannati
a stare in cella con la pelle nera.
Abernathy è uscito di prigione
dopo i suoi venti giorni in una cella.
I carri con i muli vanno ancora
non si sa dove in mezzo alla campagna.
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